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I Taccuini dell’Alveare

Ho passato anni a osservare l’Alveare dall’interno. Ho raccolto ritagli, voci, frammenti di ciò che era stato dimenticato.

Questi taccuini non sono un resoconto ufficiale: sono le crepe, le omissioni, le contraddizioni che bucano, come fili d’erba sull’asfalto, la perfezione della nostra rete di informazioni.

Sono articoli, poesie, pensieri, mappe topografiche, fonti storiche che la Comunità Sociale ha obliterato. O non è riuscita a cancellare.

Se vuoi capire l’Alveare, comincia da qui: da quello che l’Alveare dimentica.

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IL PENTALOGO

  1. L’Alveare è la tua[1] forza, la tua liberazione.

  2. La sicurezza della Comunità sociale è la tua preoccupazione.

  3. All’interno dell’Alveare tu sei libero di pronunciarti e decidere secondo le norme stabilite.

  4. L’Alveare è, come te, nemico di ogni crimine, amico di ogni bene.

  5. L’Alveare ti lascia libero di aderire alla Volontà Generale, o di rifiutarla, con le necessarie implicazioni.​​​​​

 

[1] In occasione di cerimonie e festività solenni, l’intera formula del Pentalogo viene pronunciata alla prima persona plurale: “L’alveare è la nostra forza, la nostra liberazione”.

Appunti per l'aldilà

Il Diario di Benson

Questo sabato pomeriggio sa di grigio. In una regione che la mia attenzione ha ormai abbandonato, le lenti propongono ai miei occhi una vita attiva, salutare e impegnata. Non perdere mai tempo, ripete il mondo intorno a noi. E io, che mi trovo a poter scorrere tra molte opzioni

(praticare esercizio fisico, recuperando le ore settimanali stabilite dal Ministero di Sanità? Coltivare interessi culturali, come raccomanda Aldous Osmond in persona? Dedicarmi a un’opera di solidarietà? Concedermi la porzione di sonno che non sono riuscito a ottenere la scorsa notte?)

 

mi sento incatenato a una pigrizia sonnolenta, tormentata dal rimorso e dal bisogno impellente di qualcosa. “Chiarisci quel che è vero”.

 

Mi sibila una voce nelle orecchie. “Chiarisci a te stesso quel che è vero.” Ecco perché, a un certo punto, ho trovato una residua forza per alzarmi dalla poltrona irenica. Non sopportavo più quel refrain: “Chiarisci quel che rimane di vero”: se lo farò nei miei confronti, forse potrò metterlo al servizio di altri. Perché è come un pungolo, che io avverto in chiunque mi imbatto. Una misteriosa puntura tormenta la regione più sotterranea della nostra mente, ci rende tutti così inquieti e inappagati, bisognosi di ingolfare ogni minuto delle nostre agende, pur di non farci sorprendere da quella dolorosa sensazione. Stiamo scappando da un nemico di cui non sappiamo nulla. Stiamo fuggendo da un mostro che lberga nel profondo di noi stessi.

Mentre correvo, mi sono voltato a guardarlo.

Aveva la mia faccia.

Ecco perché non voglio più fuggire. Quello che mi vuole raggiungere, sono io stesso.

Non mi metterò più a tacere.

Voglio capire.

I dossier dell'Alveare

I volti dei nodi dell'alveare: reali e calcolati

Le immagini inerenti ai protagonisti delle drammatiche ore di esistenza del movimento Goldstein sono irrecuperabili nella loro forma originale. Lo stesso procedimento applicato in occasione degli Exit illustri - vale a dire la progressiva deformazione delle immagini, delle fotografie e dei video che li riguardano - per il movimento Goldstein è avvenuto con un’incidenza molto più marcata. Per questo ho tentato un esperimento inverso. Sono partito dalle informazioni che ho ricavato dalle testimonianze orali, dall’aver intervistato decine di persone che hanno conosciuto e frequentato i protagonisti di quelle ore, e ho chiesto a Nemrod di formulare un’immagine a partire dalle descrizioni che ho fornito. Il risultato non è certo soddisfacente, ma è comunque molto interessante. Siamo tornati all’epoca dell’oralità? Forse oggi l’unica testimonianza di cui fidarsi è quella di un uomo in carne e ossa, che ti racconta un fatto guardandoti negli occhi, fondandosi unicamente sulla sua memoria?

I miei pensieri

Veronika Meyer

A chi riuscirei a spiegare quanto mi manca? Ogni minuto delle mie giornate è attraversato dall’inquietudine: mi spinge ad alzarmi dalla scrivania, a compiere l’ennesima indagine sulle lenti, a cercarla fra le strade della Capitale, pur sapendo che è tutto inutile. Veronika è stata: non è. Il vuoto che ha scavato la sua scomparsa è una voragine fra le mie tempie.

La conobbi otto anni fa, per una serie di coincidenze che allora avrei ascritto al caso. La Neue Freie presse mi aveva incaricato di incontrare l’allora presidente del centro culturale Osmond, Einrich Klose. La mattina stessa dell’appuntamento, mentre mi recavo alla sede della Fondazione, Klose mi avvisò che si sarebbe dovuto assentare per sopraggiunti impegni. Si affrettò però a rassicurarmi: al mio arrivo avrei trovato la vicepresidente del Centro; a lei avrei potuto rivolgere tutte le mie domande. Fu così, e nella hall della Fondazione, venni accolto da una ragazza mora e atletica, dai capelli ondulati e gli occhi profondi, neri. Un neo accanto alla bocca. Era elegante, ma in modo originale. Fasciata da un abito che non saprei ricostruire nei dettagli: ricordo le decorazioni colorate, un mosaico di tinte armoniche e vivaci. Non posso negare che mi colpì subito.

Fu molto cordiale con me, ma non fu la sua gentilezza ad affascinarmi. Fu piuttosto la percezione immediata di avere a che fare con una personalità consapevole, tridimensionale, unica. Mi salutò con una curiosità sincera e non affettata. Rideva con un brio autentico. La trovai anche molto sensuale, mentre mi accompagnava a prendere un caffè nel bar della sede. Dialogammo un’ora e mezza nel suo ufficio, poi mi invitò a pranzo nel ristorante della Fondazione. Non potei rifiutare: desideravo sondare quella percezione di sorpresa che mi aveva dominato per tutto il nostro colloquio. E il pranzo confermò quel primo impatto. Veronika ascoltava seriamente, mentre le parlavo. Pensava alle parole che le avevo detto, rispondeva piantandomi quegli occhi scuri direttamente nel centro dello sguardo. Dovetti ammettere di aver trovato una persona straordinaria. Non appiattita sugli slogan del Pentalogo che pure avrebbe saputo recitare a memoria, né deformata dal culto della personalità di Aldous Osmond, che pure stimava profondamente. Aveva domande vere, che mi destabilizzarono. Una di queste, che mi rivolse mentre ci veniva servita una porzione di Sachertorte, suonava così: “Quando diciamo di appartenere a una società libera, siamo sicuri di sapere che significato attribuiamo alla parola libertà?”. E poi, uncinandomi con quel suo sguardo: “Signor Benson, che cos’è per lei un uomo libero?”. Non seppi rispondere. Nella mia mente si stava facendo largo una certezza: non sarebbe stata l’ultima volta in cui avrei rivisto Veronika Meyer. Io dovevo incontrarla di nuovo. Così non risposi alla sua domanda. Ma la invitai a teatro.

E lei accettò.

Bacheca dell'AI

Per noi che viviamo immersi nella Pan Connessione, ho provato a redigere una rapida cronologia che mettesse in luce, fin dalle origini, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, fino all’avvento di NEMROD. Questi sono i post-it accumulati sino ad ora.

1958

Frank Rosenblatt inventa il perceptron, uno dei primi modelli di rete neurale artificiale, ispirato al funzionamento dei neuroni biologici;

2006

Nel frattempo, Eric Schmidt (Google) diffonde il concetto moderno di cloud computing, mentre la base tecnologica viene consolidata con Amazon Web Services (AWS), che lancia S3 e EC2, due servizi che permettono di immagazzinare informazioni nel cloud e di "accendere" macchine in remoto in qualsiasi posto nel mondo, permettendo l’accesso on-demand a risorse computazionali scalabili senza dover comprare un server. Inizia la corsa al cloud: dati ed elaborazioni in rete

2018

OpenAI rilascia GPT (Generative Pre-trained Transformer), seguito da GPT-2 (2019), che dimostra la capacità di generare testo coerente a partire da prompt, stabilendo un nuovo standard per i modelli linguistici. È l'inizio dell'AI Generativa, che non inventa dal nulla ma che ri-genera quel che "letto", miliardi di miliardi di documenti, che nel frattempo abbiamo nesso in rete: Internet divenuta la dorsale informativa dell'umanità

2022

OpenAI lancia ChatGPT, portando i LLM al grande pubblico con un’interfaccia conversazionale accessibile. Il successo commerciale e mediatico accelera l’adozione dell’AI in numerosi settori. Si accendono i riflettori mondiali sull’AI generativa. 

2023

Anthropic introduce Claude, una famiglia di modelli AI centrata su costruzione etica e interpretabilità, basata sul principio di “constitutional AI”, che mira a rendere più sicuro e controllabile il comportamento dei modelli generativi. L'Umanità ora deve fare i conti con una AI che svolge attività per noi senza alcuna etica o moralità.

2026

le stime del 2023 dell'International Energy Agency si realizzano, l'AI è diventata così energivora da richiedere un consumo energetico almeno dieci volte la sua domanda del 2023. Ora l'AI consuma oltre mille terawatt/ora, come una grande nazione mondiale.

2032

I costi dell'AI diventano insostenibili anche per le grandi compagnie e le prestazioni delle AI non riescono ad aumentare a causa della verticalità della applicazioni. Per evitare che la crisi dell'AI diventi sistemica, i GAFAM (Google, Apple, Facebook, Meta, Amazon e Microsoft) decidono di unire le forze, unendo le loro "intelligenze artificiali" in una unica grande AI, più efficiente, ma non meno energivora.

2038

G7 e Nazioni Unite approvano una risoluzione che prevede la procedura di "embedding": tutte le informazioni sensibili degli stati aderenti vengono "embeddate" in una unica grande AI. Per proteggersi da attacchi hacker, le informazioni vengono codificate in maniera non invertibile: una volta che l'embedding è creato, solo l'AI può "leggere" l'informazione e decodificarla per usarla e correlarla al resto dell'informazione. Nessuno stato, nessun politico, nessuna azienda può accedervi: solo l’AI. Viene siglato il “trattato dell’embedding"

2050

Per la prima volta nella storia dell'umanità, il digitale, l'AI, la connessione istantanea e la profilazione di ogni singolo cittadino mondiale permettono di sintetizzare e raccogliere l'opinione mondiale unificata: Aldous Osmond con "lo staff dei nove" propone P.A.N. = Planetary Autonomous Nexus. Un nodo decisionale planetario, un'intelligenza collettiva che - come un'alveare - coordina dati, esigenze e risposte a livello globale: PAN è un sistema neurale autonomo progettato per orchestrare decisioni globali attraverso un’intelligenza distribuita, equa e trasparente. Il suo obiettivo è bilanciare gli interessi di nazioni, ecosistemi, economie e culture nel quadro di un futuro condiviso. PAN è ciò di cui gli umani avevano bisogno per sintetissare la democrazia, per sintetizzare una decisione comune, per connettere le loro volonta, una volontà decisionale: nasce la PANconnessione.

1986

Geoffrey Hinton, David Rumelhart e Ronald Williams rilanciano le reti neurali introducendo l’algoritmo di backpropagation, rendendo possibile l’addestramento di reti multi-strato per compiti cognitivi complessi come il riconoscimento visivo e il linguaggio. Hinton vincerà il premio nobel per la fisica nel 2024

2017

L’AI non è più solo programmata ma addestrata: non le viene spiegato cosa fare, lo inferisce dal dato e dal contesto. Ma noi umani non conosciamo i meandri del suo ragionamento: il DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) lancia la sfida alla comunità scientifica globale per rendere l’AI spiegabile (eXplainable AI) per sviluppare modelli di AI interpretabili che mantengano alte prestazioni predittive ma forniscano spiegazioni comprensibili agli umani.

2019

Google rilancia il progetto con Glass Enterprise Edition 2, rivolto a usi industriali e sanitari. Viene integrato con Android e tecnologie di computer vision per migliorare i workflow in ambienti di produzione e assistenza remota.

2022 - 2023

l’interesse verso la realtà aumentata immersiva torna con forza: Apple, Meta, Snap e Google investono in occhiali AR con AI generativa integrata. Google mostra in demo un nuovo paio di occhiali capaci di tradurre in tempo reale i dialoghi, proiettando il testo sul campo visivo dell’utente.

2024

la diffusione dei modelli open-source (come Mistral, LLaMA 2, Mixtral) e l’adozione dell’AI da parte di aziende europee portano alla crescente richiesta di regolamentazione, culminando nella pubblicazione dell’AI Act da parte dell’Unione Europea, prima legge globale sull’intelligenza artificiale. L'Europa prova ad elencare quali sono gli usi dell'AI ritenuti inaccettabili per la cultura europea, tentando di regolamentare un nuovo mondo digitale mediato da algoritmi autonomi.

2030

Continuano gli sviluppi sul fronte modelli AI, ma si è raggiunto un plateau: i dati a disposizione su cui addestrare le AI sono terminati e la generazione di dati sintetici (artificiali) rende le AI imprecise e inaffidabili. Inizia una disillusione ed uno scetticismo da parte dei mercati sul tema AI: le aziende iniziano a ridurre e ritirare investimenti dalle aziende AI-based. Inizia la crisi dell'AI

2035

l'AI ha grande potenzialità, può sintetizzare nuovi vaccini, nuove cure per le malattie, può sintetizzare nuovi materiali, può definire strategie per la definizione di trattati di pace, può osservare in tempo reale lo scioglimento dei ghacciai ed individuare a ritroso le cause principali intervendo. l'AI può fare tutto questo ipoteticamente, ma non praticamente, perchè non ha il "potere" di decidere.

2040

Il Trattato dell'embedding diventa esecutivo, le informazioni vengono veicolate verso una unica nuova AI di grande costituzione. Il controllo dell'AI è autonomo, con un'etica "embeddata" all'interno dell'AI stessa. Nasce una AI neuronale, multimodale, capace di osservare e ragionare per supportare le decisioni umane, un'AI etica e responsabile: nasce N.E.M.R.O.D. – Neural Enhanced Multimodal Reasoning & Observational Device

2069

La svolta...

2006

Geoffrey Hinton introduce il concetto di deep learning (apprendimento profondo), aprendo la strada a reti neurali profonde capaci di apprendere rappresentazioni gerarchiche dei dati.

2017

Ashish Vaswani, Noam Shazeer, Niki Parmar e altri ricercatori di Google inventano i Transformer, rivoluzionando il campo dell’elaborazione del linguaggio naturale. È la prima volta che una macchina può gestire il linguaggio in maniera efficace. Inizia l'era dei Transformer. 

2020

OpenAI introduce GPT-3, che “vive” in una realtà fatta di 175 miliardi di parametri. Le risposte di GPT-3 iniziano a diventare “sensate” e “pertinenti”.  È un salto dimensionale che attira l’attenzione globale sulle capacità dei modelli generativi di grandi dimensioni. 

2023

Google DeepMind e Meta presentano modelli multimodali avanzati (come Gemini, LLaMA), mentre l’integrazione di visione e linguaggio nei LLM apre la strada all’AI generativa multimodale. Ora l'AI è in grado di prendere in input testo e generare audio, video, documenti etc. È divenuta multimodale.

2024

l’integrazione tra Big Data (carburante) e modelli di Intelligenze Artificiali (i motori) diventa sistemica: le aziende iniziano a dotarsi di modelli di AI per tentare di automatizzare e disintermediare processi (task) umani. 

2024 -2025

Arrivano gli "AI agenti" (autonomi o semi-autonomi). Ora l'AI non è un più "assistente" che suggerisce azioni ma un "agente" che le sintetizza, le pianifica e le svolge al posto dell'essere umano. Effettuare un pagamento, pianificare una vacanza, prentoare un volo, diventano attività che l'AI può svolgere a seguito di un semplice "esegui" in maniera semi-automatica e proattivo. le stime del 2023 dell'International Energy Agency si realizzano, l'AI è diventata così energivora da richiedere un consumo energetico almeno dieci volte la sua domanda del 2023. Ora l'AI consuma oltre mille terawatt/ora, come una grande nazione mondiale

2037

La comunità scientifica mondiale lancia una "call for action": la politica ha fallito, la complessità delle dinamiche mondiali è maggiore della capacità umana di poterla gestire e governare con la tempestività che un mondo globale richiede: "lasciamo che l'AI salvi il mondo che amiamo, per noi, per i nostri figli” è la sfida che la comunità scientifica lancia ai politici di tutto il mondo.

2045

NEMROD è efficace: analizza, elabora, suggerisce azioni efficaci, ma non decide. La decisione è ancora umana: ma umana di chi? Si inizia a guardare a NEMROD come uno strumento, il precursore di qualcosa di più grande, che possa unire tutto il globo, che possa globalizzare non solo la comunicazione ma la società, guidata da qualcosa di cui NEMROD è il cuore pulsante, il sistema vascolare.

L'atlante di Exit

Il mondo dell'Alveare ha una sua geografia e qui troverai le mappe dei luoghi: dalla Capitale sorvegliata alla Frontiera, dalle zone di quarantena fino all’Aldilà, ogni cartina è una finestra su paesaggi distopici e simbolici. Orientati tra corridoi bui, quartieri abbandonati e territori proibiti, seguendo le orme di Carter e degli altri personaggi

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Mappa della ex rete metropolitana della Capitale

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Mappa dell'aldilà annotata da Mike Kowalski

Occhiali da lettura

La prima bozza della mappa

I disegni di Mike Kowalski

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Strider

Leggi la prima recensione su EXIT

Exit. Una discesa, per la luce, nei luoghi bui
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