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EXIT. Una discesa, per la luce, nei luoghi bui

  • Immagine del redattore: Astinus
    Astinus
  • 3 nov
  • Tempo di lettura: 22 min

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Come nella migliore tradizione fantascientifica, tutto ciò è stato possibile grazie ad un progresso tecnologico esponenziale[3], che consente una connessione totale di tutte le cellule dell’Alveare: la Panconnessione. La quale si declina poi in una serie di artefatti tecnici su cui l’autore mostra una conoscenza e dei crossover, ma anche una certa originalità, delle varie soluzioni adottate in questo genere letterario: lenti digitali – le Leine Lenses – incorporate nella vita di ogni cittadino, che lo informano in tempo reale di qualsiasi accadimento; miniflyer da trasporto; folgoratori da combattimento, etc… ma soprattutto Nemrod: il cervello dei cervelli, l’intelligenza artificiale delle intelligenze artificiali in grado di immagazzinare, connettere e rielaborare miriadi di informazioni e potenziare così ogni progetto umano.


1)     La storia del professor Carter, chiamato a un classico “viaggio dell’eroe”: tra bolge di semi-uomini di dantesca memoria; giochi perversi in stile Squid Game[4]; braccato da bionici cacciatori alla Blade Runner[5]; costretto a confrontarsi con pericoli e creature di ogni genere. Certo le diavolerie delle ibridazioni uomo-macchina sono raccapriccianti, ma il nemico più pericoloso che Ray dovrà sconfiggere è anche quello più antico: la sua stessa paura. Proprio come Dante nella Commedia, con l’apprestarsi di fiere, i suoi timori crescenti verranno combattuti con l’aiuto di una guida fondamentale: Mike Kowalski, che insieme ad altri compagni di ventura – e soprattutto sventura – lo porteranno a scoprire le sue qualità e dare il meglio di sé, per sé stesso e per gli altri.

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Constatata dunque la credibile e accurata caratterizzazione della ragione strumentale dell’Alveare, non possiamo non soffermarci sulla nomenclatura: l’assonanza tra Nemrod e quel Nimrod di biblica memoria è troppo suggestiva per non essere indagata. Colui che, secondo la tradizione, avrebbe guidato – con esiti tutt’altro che felici – il progetto della torre di Babele, eppure, proprio come nel caso della torre, anche questo strumento diventa il ponte che permette all’umanità di comprendersi universalmente e di riunirsi sotto un unico principio di collaborazione. Le conseguenze di tale impresa titanica saranno evidenti più avanti, per ora è importante osservare che è l’umanità stessa a scegliere questa via. Inoltre – e questa è una finezza assoluta – Nimrod, oltre a essere associato per interpretazione alla Torre in quanto re di Bavel, è ricordato esplicitamente[10] come grande cacciatore. E non è un caso che proprio Nemrod, attraverso la sua ibridazione nei quattro super soldati, sia il secondo padre dei quattro terribili cacciatori dell’Alveare: quattro, come i cavalieri dell’Apocalisse, destinati – inutile dirlo – a braccare il povero professor Carter.




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Note

[1] Inoltre, contesterebbe il termine intelligenza, visto che presuppone intenzionalità.

[2] Che non mi piegherò mai a chiamare con la scelta del titolo della traduzione italiana: L’ombra dello scorpione

[3] Sia chiaro con base maggiore di zero.

[4] La zona dei giocatori e l’Arena si accostano magnificamente con la sadica isola e il gioco finale del calamaro.

[5] Si continua a giocare sul dantesco contrappasso, perché questa volta sono gli uomini ad essere prede dei replicanti.

[6] Ed è per questo che dicevo che l’autore non sarebbe d’accordo con: “Chat GPT dice”.

[7] Questa è chiaramente la percentuale di probabilità.

[8] Alcune suggestioni sul dispendio energetico dell’intelligenza artificiale, reperibili gratuitamente in rete, in: Artificial intelligence … its rapid expansion brings overlooked environmental and ethical challenges; How Hungry is AI? Benchmarking Energy, Water, and Carbon Footprint of Large Language Model Inference e Artificial Intelligence’s Energy Paradox: Balancing Challenges and Opportunities.

[9] 28 ottobre 2025. 

[10] Genesi, 10, 8-12.

[11] Inquietante e drammatica quanto Miley Cyrus nel episodio Rachel, Jack and Ashley Too, nella quinta stagione della serie tv Black Mirror.

[12] G.W.F. Hegel, Scienza della logica, trad. it. Laterza, vol. I, p. 377.

[13] Qui la suggestione è davvero potente, in quanto viene addirittura ipotizzato che grazie al costante bombardamento informativo e l’hackeraggio di tutti i dati salvati dal cittadino, l’individuo fatichi proprio a ricordare i volti delle persone conosciute, anche dei propri affetti.

[15] Ho tolto i 36 milioni di ucraini perché, visto che stiamo ipotizzando per il gusto di ipotizzare, e il romanzo è distopico, immaginiamo che l'Ucraina sia rimasta uno stato indipendente.

[16] All’interno dell’Alveare ogni cittadino ha un assistente virtuale con un nome proprio e anche i personaggi del racconto, in linea con l’incipit su Chat GPT, cadono nell’errore di umanizzarli e dialogarci pensandoli senzienti.

[17] Il sistema di rating legato ad approvazione sociale è qualcosa di affine all’episodio Nosedive, primo episodio della terza stagione della serie tv Black Mirror.

Tutte le immagini sono state generate attraverso l'utilizzo di Chat Gpt 5.


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